martedì 25 agosto 2009

The Graveyard

Era da un po’ di tempo che non mi dedicavo a del salutare fancazzismo sul web. Magari dopo che avrete visto ciò che sto per mostrarvi vi chiederete pure per quale diavolo di motivo abbia deciso di ricominciare. Fatto sta che internet è davvero uno strano animale, di questo ne sono sicuro. Ce ne sono di trip da farsene durante quello che da ora in poi chiamerò un trip e l’altro.

Me ne stavo tutto intento tra un trip e l’altro a titillare il mouse da una pagina web all’altra, quando finisco per imbattermi non so come in questo strano sito. Una pagina molto spartana, con una sola immagine, qualche bottone e questa scritta:

The Graveyard is a very short computer game designed by Auriea Harvey and Michaël Samyn. You play an old lady who visits a graveyard. You walk around, sit on a bench and listen to a song. It's more like an explorable painting than an actual game. An experiment with realtime poetry, with storytelling without words.

che fa capolino nella parte bassa del monitor; oltre ai vari credits di quello che intuitivamente capisco essere un gioco. Leggendo, il mio unico neurone attivo in modalità risparmio energetico ha un sussulto. La mano smette di titillare forsennatamente e pian piano avvicino il puntatore del mouse sulla scritta Download the Trial version of The Graveyard. C’è anche un’ opzione che mi consente di scaricare la versione completa a soli 5 dollari, che approssimativamente col cambio attuale dovrebbero essere all’incirca 3 euro. Qualcosa però tra un trip e l’altro mi impedisce di rischiare di perdere soldi così alla leggera e solitamente quando sono al PC mi secco da morire ad alzarmi per raggiungere il portafogli dall’altra parte della stanza.

Scarico i 19 Mb della demo e la installo. Imposto un po’ di opzioni prima di avviare il gioco, controllo i comandi e mi accorgo con estrema sorpresa che gli unici pulsanti disponibili sono la classica combo WASD per il movimento e in alternativa le frecce direzionali. Faccio iniziare il gioco e mi trovo catapultato nei panni di una vecchietta un po’ ingobbita che si sostiene su un bastone all’entrata di un cimitero. Da qui il titolo del gioco” penso: The Graveyard = Il Cimitero.

Istintivamente premo W e mi muovo in avanti. Tamburello su D e su S per spostarmi di lato ma niente strafe (menomale), solo rotazione sull
’asse del PG. L’andatura è lentissima. Dapprima la vecchietta sembra sostenere un passo abbastanza fluido, ma improvvisamente inizia a saltellare sul bastone in maniera piuttosto penosa. Al che immagino che magari la signora si sia stancata, mentre  dal modo che ha di respirare sembra proprio in affanno. Mi fermo un momento. Mi giro su me stesso e scopro di essere quasi a metà del percorso. Quando decido di ripartire la vecchia procede nuovamente prima con passo lento ma fluido, poi zampettando.
Nonostante sia ben consapevole di non avere nessun comando a disposizione per interagire col fondale provo comunque ad avvicinarmi a qualche tomba lungo il sentiero. La cosa non sortisce alcun effetto. Quindi mi decido e tiro dritto fino alla panchina che si intravede in fondo. Giunto a destinazione non succede praticamente nulla. Provo ad andare contro alla panchina, ma il PG cammina a vuoto. Tento allora l’aggiramento della cappella subito dietro, ma la telecamera sembra poco interessata al riguardo. Si allarga un po’ per mostrare l’intera area a disposizione e un muro invisibile rende concreta quella che è l’evidenza, il mio unico obiettivo è la panchina.

Torno indietro. Sempre con estrema lentezza e pena. Penso: “magari se mi metto di spalle…” mi giro e resto fermo. Dopo qualche secondo la vecchietta si siede delicatamente sulla panchina e stop. Silenzio. Un cinguettio di uccelli. Questa in pratica è stata l’unica colonna sonora fin dall’inizio del gioco, assieme al gracchiare dei corvi, qualche latrato di cane e il rumore dei passi sul selciato. Stop. Qualche secondo dopo inizia una canzone folk in quella che penso essere lingua Belga. A video scorrono sottotitoli in inglese e mi viene narrata la storia di questa donna. Nulla di particolarmente originale. Alla fine non resta che alzarmi e riprendere il mio viaggio a ritroso fino al cancello ed uscire.

Prima di tornare a Windows però, un messaggio mi chiede se voglio acquistare la versione completa che aggiunge una feature molto importante: la morte. Chiudo tutto e resto a fissare il monitor a vuoto per qualche minuto.

Evidentemente questo The Graveyard è un semplice esperimento, ma da un punto di vista emozionale e narrativo mi è parso un lavoro davvero riuscito. Attraversare quel breve (o lungo?) percorso e tornare indietro in un tetro chiaroscuro che alterna momenti di luce ad altri d’ombra a causa delle nuvole che passano in cielo (reso benissimo dal filtro implementato); la telecamera che segue ogni passo della signora; le lapidi, le tombe, gli uccelli che volano, gli alberi e in fondo la cappella con quella panchina tutta bianca un po’ decentrata; il movimento lento e quasi affannoso del personaggio; tutti questi elementi creano uno stato di sospensione emotiva molto singolare se teniamo conto che è di un videogioco che stiamo parlando.
Non esiste una ragione per cui la signora è lì. Almeno non ci viene detta. Viene quasi naturale iniziare a immaginarci su una storia. Nel frattempo la vedi muoversi realisticamente in un ambiente graficamente davvero ben realizzato. L’empatia cresce. Specialmente quando la signora incomincia a stancarsi

Ho la sensazione di aver vissuto un qualcosa che non è esattamente un videogioco, né propriamente qualcos’altro. Qualcosa che mi è stato raccontato in un modo così lontano dai canoni a cui come giocatore sono stato abituato, che credo sia davvero impossibile esprimere un giudizio. Il semplice fatto che inizialmente mi sia preoccupato della salute della vecchietta mi è parso davvero curioso dato che non ci sono informazioni su schermo, né servono dato che non sono previste skill o statistiche da tenere sotto controllo.

Ovviamente mi sono incuriosito ed ho scoperto che la software house responsabile di questo progetto si chiama Tale of Tales. Sono belga ed hanno in cantiere un gioco online liberamente scaricabile qui dal titolo The Endless Forest, in cui tutto quello che si deve fare a quanto pare è vestire i panni di un cervo in una foresta (non l’ho ancora provato). Ma ancora più interessante mi sembra The Path, titolo horror dal nome abbastanza indicativo se si pensa a The Graveyard appunto. Lo stile grafico mi attira e credo proprio che lo proverò.

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