sabato 14 aprile 2012

Deca Dance

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Mauro Repetto non esiste. E’ l’unica soluzione possibile. L’illuminazione di una sera. Lo strano sogno dell’illogica collaborazione tra Max Pezzali e Max Pezzali. Qualcosa di metafisico. Tipo paradigma quantico. Roba forte. L’assoluta sensazione che il biondino degli 883 fosse soltanto un parto della fantasia di Massimo Pezzali. Come il demone di Stravogin. L’incarnazione del male. Come la più grande allucinazione collettiva della storia. Come se milioni di persone avessero potuto stabilire un contatto emotivo tra di loro. Come il Mercerianesimo. Il diavolo che balla nelle notti di luna piena. Mauro Repetto che saltella come uno spiritello fuori da ogni circostanza di tempo e di spazio.
            Il biondino degli ottottotré, ne sono ormai certo, non esiste. Un giorno semplicemente Max ha smesso di credere in lui. Come dovrebbe sentirsi Capitan Uncino se Peter Pan decidesse di non giocare più ai pirati o darsi alla PlayStation. “Mi dispiace Unc.”
            E’ così. Non può essere altrimenti. I video lo dimostrano. Mauro e Max non incrociano mai lo sguardo. Si danno per lo più le spalle. Stanno lontani. E quando non è così è per pochi attimi, giusto il tempo per la camera di staccare. Alla staticità di Pezzali, alla sua mole, al capello corto, si contrappone il dinamismo di Repetto, l’esilità, la chioma fluente. Il biondo e il nero.
            Il male è il nulla. La brama parassitaria dell’esistenza. Come i Visitors, come gli Ultracorpi. Così anche la parabola post-ottottotré di Repetto sembra la storia di una goccia nel mare. Si è smaterializzato. Finito secondo alcuni a fare il dirigente a Disneyland. Con moglie e figli. In qualche abito da centinaia di euro. Ogni tanto rimette su la giacca di pelle e anche un po’ del vecchio magnetismo risale. Prende corpo. Qualcuno giura di averlo visto. Fotografato addirittura. Come Nessee, come Big Foot.
            E per gli amanti dell’analisi testuale, delle prove. Per gli scettici. Basta leggere i testi scritti in collaborazione con Pezzali. L’annichilimento. La negatività, l’aberrazione di un mondo dove addirittura gli eroi vengono uccisi. Inspiegabilmente.
La negatività ancora dell’impossibilità di cambiare lo status quo, “Con un deca non si può andare via”. La negazione sempre e comunque, il “non” che ritorna compulsivo nello sfogo di “Non me la menare”, nell’ammonimento Edipico di “Questa casa non è un albergo”. I non-luoghi di Jolly Blu, il Nord Sud Ovest Est fuori dal tempo, ovunque, non qui. “Di’ di no!” L’apatia del tempo che scorre rapido come un Weekend. Fino al Grande Incubo di chi non vuole svegliarsi mai. E poi? O me o quei deficienti lì.
            Svegliati Max. Mauro Repetto non esiste. Hai provato a dircelo in tutti i modi. Ed è questo lampo, questa illuminazione, questo demone. Come si fa a parlare di qualcosa che non esiste? Come si esorcizza il male? Il male non esiste. Vive come un tumore. Porta alla distruzione. Brama l’esistenza, ci prova in tutti i modi. Non gli importa come.
            Il male a cui non avevamo fatto caso. Che sbracciava come un ossesso proprio sotto qualcosa che va oltre la punta del cuore.

(bob)


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