lunedì 23 maggio 2011

.puzza di prete

Era proprio brutto l’uomo seduto davanti a me, era brutto anche il treno, brutto e puzzava di prete. Aveva una faccia da cellulare, con dei grossi bottoni quadrati e luminosi, due paia d’occhiali e una cravatta. Parecchio spazio tra i capelli, guardava l’ora e appoggiava la mano al mento, portando un dito all’orecchio come a pensare. Il pantalone di un giallo ingiallito non gli copriva la caviglia ma gli arrivava ben oltre l’ombelico, fosse arrivato al collo sarebbe stato tutto più comodo. Ma ecco che nell’atto del leggere “messa di sant’Antonino” decide di rilassarsi da spregiudicato: con delicatezza e senza suoni attorno, si slaccia la scarpa, ne allarga le stringhe e poi la riallaccia. Eccolo, libero finalmente.

(Matteo)

Nessun commento:

Posta un commento