giovedì 8 luglio 2010

Il mio caro vicino di casa "Einsturzende"





Ho sempre pensato che gli Einsturzende Neubaten sarebbero rimasti favorevolmente impressionati dal rumore che il mio vicino di casa riesce a fare con il trapano alle 7 di mattina in punto, ogni maledetta estate, da 10 anni almeno. Probabilmente lo fa da sempre, ma sicuramente da bambino l’avrò rimosso e sostituito con l’estate di Vivaldi, in cui a un certo punto i contrabbassi fanno un baccano infernale che preannuncia il solito temporale estivo. Lo sappiamo benissimo che i bambini sono più intelligenti. Come diceva Gaber, “i vecchi bisogna ammazzarli da bambini”. E per vecchi non si riferiva certamente agli anziani tipo mia nonna, che dopo una vita passata a tirar su famiglia, si ricorda ancora le parole delle “canzoni di una volta”, quelle “belle” che vorrebbe ascoltare per tutto il pomeriggio.

Comunque torniamo al mio vicino di casa, perché è di lui che dobbiamo parlare, prima che inizi a divagare e mi metta a pensare a tutte le volte che da bambino, alla casa al mare, cadevo con la bicicletta, e giù sangue a fiotti dai gomiti e dalle ginocchia, proprio quelle ginocchia che ora si meriterebbero proprio una bella operazione…. Come dicevano a Mastrandrea ne “In barca a vela contromano”, il quadricipite è il muscolo più bastardo, perché gli basta solo una settimana di immobilità per farti bestemmiare sudando sei mesi in riabilitazione.

Ma è del mio vicino di casa che dobbiamo parlare.

Per anni l’ho solo associato a quello stramaledetto rumore industrial. Mai visto una sola volta, neanche di sfuggita, nemmeno mentre si rintana dentro casa sbattendo la porta.

Solo il trapano che d’estate mi sfasa il bioritmo.

Spesso mi ha sfiorato l’idea che potesse essere un “Signore Inesistente”, proprio come quello cantato da John De Leo nelle tre “Raptus”.

La storia dei Quintorigo è semplice : in un comunissimo condominio, c’è un inquilino silenzioso che nessuno ha mai avuto l’onore di vedere. Paga sempre puntualmente, e il suo comportamento discreto ed esemplare non ha mai dato fastidio a nessuno. Durante una riunione, guidati dal professore del terzo piano che viene colto da un raptus improvviso, i condomini decidono di andare a trovare “il signore inesistente”, tra chi urla che non esiste, e chi crede che invece sia un demone ancestrale. Alla fine sfondano la porta, e ognuno si accorge che in quel luogo rivede casa sua.

Ma questa non è una canzone, altrimenti sarebbe stato tutto più facile.

E’ un 12 luglio afosissimo. Non ho dormito quasi per niente a causa dei 40 gradi nella stanza. Le lenzuola sono bagnate, e il sole che entra mi ricorda di aver dimenticato la tapparella alzata. Attacca anche il trapano ovviamente, alle 7 in punto. Mi viene da pensare che nel giro di due ore il mio letto sarà una camera ardente se non abbasso quella tapparella.

Ormai il caldo misto al dormiveglia della notte insonne mi fa viaggiare. Mi rendo conto che continuerò a stare in quella posizione per un bel po’. Non sento nemmeno più il trapano : la cosa bella è che non so dire se Einsturzende si sia fermato con quell’aggeggio infernale, oppure semplicemente non lo sento più. Forse quel suono fa parte di me ormai. Probabilmente mi alzerei dal letto, andando a protestare col vicino, solo nel caso in cui gli saltasse in mente di non usare più il trapano. Devo essere diventato completamente dipendente da quel bordone mortifero, mi viene da pensare. Un drone metallico e percussivo si è installato nel mio cervello, come la prima volta che si assiste ad una performance di un qualsiasi attivista viennese, e la capra che mangi il giorno dopo ti ricorda solo l’alluminio.

Se c’è un posto dove posso incontrare il mio vicino, è senza dubbio il sogno che sto facendo in un bagno di sudore.
Ci metto un poco a capire che un sogno lucido è finalmente tornato a fare visita al mio cervello, nonchè al trapano che vi alloggia dentro ogni mattina d’estate. Non capita spesso di fare sogni lucidi, o farei meglio a dire di riconoscerli. Prima di questo, due sole volte, poiché di solito i sogni si subiscono, interagendo con cose, persone e animali, senza potere realmente decidere dove andare e cosa fare.
Quando realizziamo di essere in un sogno lucido, ci possiamo divertire, eccome se ci possiamo divertire…
Non mi sono mai spinto oltre la capacità di poter direzionarmi, ossia di decidere dove saltare, su cosa, e in alcuni casi allontanarmi da una situazione, oppure restare qualora lo volessi. Ammetto di provare invidia per la gente che studia e sperimenta da anni questi stati di (in)coscienza, dal momento che, come ci ricorda Linklater in “Waking Life”, se sei abbastanza bravo, puoi decidere di fare qualsiasi cosa nel tuo sogno lucido. Qualsiasi…

Ed eccomi qui davanti alla porta del mio incredibile vicino di casa Einsturzende, emozionato come un bambino il giorno della sua comunione. Quando decido di mettere mano alla porta, mi accorgo che è già aperta. Da fuori riesco a scorgere una figura, senza trapani né aggeggi infernali tra le mani.

Sta cantando.

E' una voce femminile.

Sono le stesse “belle canzoni di una volta” che cantava mia nonna.



(Michelangelo)

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